Infermiere Demansionamento

Modulistica utile

La modulistica che segue può essere utilizzata per autotulelarsi nei casi più svariati e secondo le necessità e peculiarità dei problemi che si riscontrano.

apportale le dovute modifiche se necessario.

  • segnalazione personale effettivo in servizio >>>
  • segnalazione in autotulela per carenza di organico >>>
  • scheda utilizzabile per la segnalazione dei near misses >>>
  • dichiarazione di responsabilità AOU >>>

Raccolta sentenze sul demansionamento

  • 13/03/2001 - Tribunale Pisa sentenza - Risarcimento del danno biologico e alla professionalità. >>>
  • 09/04/2003 - Cassazione civile, sezione lavoro, sentenza n. 5539 - Danno biologico e predisposizione fisica del lavoratore. >>>
  • 17/12/2003 - Circolare INAIL n° 71 - Mobbing: rischio tutelato e diagnosi di malattia professionale. >>>
  • 06/04/2004 - Corte Costituzionale Sentenza n.113 - Il credito da mobbing deve essere privilegiato. >>>
  • 19/02/2008 - Cassazione civile - sezione lavoro - sentenza n° 4060 - Trasferimento del lavoratore, rifiuto al trasferimento, rischio di dequalificazione. >>>
  • 04/04/2008 - Cassazione Sentenza n. 8740 - Qualifica congrua all’assunzione, insussistenza. >>>
  • 07/05/2008 - Suprema Corte di Cassazione - sezione lavoro - sentenza n. 11142 -Dequalificazione omissiva, sussistenza, legittimità, precisazioni . >>>
  • 21/05/2009 - Sentenza Cassazione n.11835 - Equivalenza delle mansioni, preminenza d'incario >>>
  • 30/09/2009 - Suprema Corte di Cassazione - sezione lavoro- sentenza n° 20980 - Demansionamento, dirigente, danno alla professionalità, sussistenza. >>>
  • 22/02/2010 - Suprema Corte di Cassazione - sezione unite civili - sentenza n° 4063 - Il demansionamento che diventa mobbing: la prova è presuntiva. >>>
  • 05/08/2010 - Corte di Cassazione - Sezione lavoro - Sentenza n° 18283 - attribuzione delle mansioni inferiori. >>>
  • 18/01/2011 - Tribunale Trento - sezione lavoro - sentenza - Lavoro, demansionamento, reputazione sociale, danno, sussistenza. >>>
  • 02/01/2012 - Cassazione Civile sez VI-3 - ordinanza n° 8  - Causa per demansionamento: il valore è indeterminabile. >>>
  • 10/02/2012 - Tribunale Brindisi - sezione lavoro - sentenza n° 561 - Dequalificazione del dipendente pubblico: sì al danno esistenziale. >>>
  • 29/02/2012 - Corte di Cassazione - sentenza n° 3057 - Sussiste il demansionamento, danni non patrimoniali, spostato a un ufficio con qualifica inferiore. >>>
  • 18/05/2012 - Suprema Corte di Cassazione - Sezione lavoro - sentenza n° 7963 - Inattività forzata del lavoratore? Sì al danno non patrimoniale. >>>
  • 29/05/2012 - Cassazione Civile - sezione lavoro - sentenza n° 8526 - Demansionamento, il danno esistenziale non è conseguenza automatica. >>>
  • 15/06/2012 - Suprema Corte di Cassazione - Sezione lavoro - sentenza n° 9860 - Danno esistenziale del medico demansionato: servono allegazioni concrete. >>>

 

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Norme

Il quadro normativo e la giurisprudenza fino ad ora prevalente

.      Per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni la materia delle mansioni oggetto del contratto di lavoro non è disciplinata dall’articolo 2103 c.c., bensì dall’articolo 52 del Decreto Legislativo n. 165/2001, come modificato dall’articolo 62, Decreto Legislativo n. 150/2009 (c.d. Riforma Brunetta) e, naturalmente, dalla specifica normativa contrattuale collettiva.
La normativa legale sopra richiamata, per quanto qui interessa, stabilisce che “il prestatore di lavoro deve essere adibito alle mansioni per le quali è stato assunto o alle mansioni equivalenti nell’ambito dell’area di inquadramento...”.
La differenza rispetto al rapporto di lavoro alle dipendenze di privati – come affermato fino ad ora dalla prevalente giurisprudenza – riguarda l’ambito dello ius variandi che, nel lavoro privato, incontra il limite della equivalenza professionale da verificare sia sotto il profilo oggettivo (e
cioè in relazione alla inclusione nella stessa area professionale e salariale delle mansioni iniziali e di quelle di destinazione), sia sotto il profilo soggettivo, che implica l’affinità professionale delle mansioni, nel senso che le nuove devono armonizzarsi con le capacità professionali acquisite
dall’interessato durante l’intero rapporto lavorativo.
Invece, si afferma, nell’ambito dell’impiego contrattualizzato alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni, nell’ipotesi in cui le mansioni attribuite ad un dipendente pubblico siano modificate come conseguenza di un atto amministrativo, il giudice deve avere riguardo solo al criterio
oggettivo, ovvero quello della rispondenza delle nuove mansioni a quelle del livello contrattuale di appartenenza. La Cassazione ha affermato che “la materia della mansioni del pubblico dipendente disciplinata compiutamente dal D.Lgs. n. 165 del 2001, art. 52 (nel testo anteriore alla novella recata dal D.Lgs. n. 150 del 2009, art. 62, comma 1) assegna rilievo solo al criterio dell’equivalenza formale in riferimento alla classificazione
prevista in astratto dai contratti collettivi, indipendentemente dalla professionalità in concreto acquisita, senza che possa aversi riguardo alla norma generale di cui all’art. 2103 cod. civ. e senza che il giudice possa sindacare in concreto la natura equivalente della mansione” (Cass. 5 agosto 2010, n. 18283).
Ciò, sempre stando all’interpretazione della giurisprudenza di legittimità (e anche di molta giurisprudenza di merito) fino ad ora prevalsa, in quanto in tema di pubblico impiego privatizzato, la normativa richiamata sconta “le perduranti peculiarità relative alla natura pubblica del datore
di lavoro, tuttora condizionato, nell’organizzazione del lavoro, da vincoli strutturali di conformazione al pubblico interesse e di compatibilità finanziaria delle risorse”. “Conseguentemente, condizione necessaria e sufficiente affinchè le mansioni possano essere considerate equivalenti è la mera previsione in tal senso da parte della contrattazione collettiva, indipendentemente dalla professionalità acquisita (Cass. 11 maggio 2010, n. 11405) e non sindacabile dal giudice”.
Sempre secondo la costante giurisprudenza, ove si realizzi invece un sostanziale svuotamento dell’attività lavorativa oppure una non rispondenza delle mansioni assegnate a quelle proprie del livello formale di inquadramento si configura un demansionamento vietato anche nell’ambito del pubblico impiego (per tutte Cass. 21 maggio 2009, n. 11835).

Rilievi critici rispetto alla impostazione giurisprudenziale fino ad ora prevalsa

.      Tale impostazione, fedele al dato normativo che invoca una comparazione esclusivamente formale/oggettiva, ci sembra tuttavia
ormai anacronistica e per nulla in linea con lo spirito e gli scopi delle recenti, profonde, mutazioni verificatesi nell’ambito della disciplina
del pubblico impiego.
Si fa in primo luogo riferimento allo stesso Decreto Legislativo n. 165/2001, articolo 1 e al Decreto Legislativo n. 150/2009 che hanno come principali scopi il razionale utilizzo delle risorse umane visto come funzionale al buon andamento della pubblica amministrazione, nonché la “ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e l’efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni”.
Ebbene, per fare solo un rapidissimo excursus di esemplificazioni, in un rapporto in cui è oggi sempre più ritenuto necessario assicurare “elevati standard qualitativi ed economici del servizio tramite la valorizzazione dei risultati e della performance organizzativa e individuale” (art. 2, D.Lgs. n. 150/2009), “la massima trasparenza in ogni fase del ciclo di gestione delle performance” (art. 11), in cui si intende valorizzare il merito e la qualità della prestazione lavorativa” (art. 17), in cui si favorisce “la crescita professionale e la responsabilizzazione dei dipendenti pubblici ai fini del continuo miglioramento dei processi e dei servizi offerti” (art. 25), non sembra esserci più spazio per spostamenti e modifiche di mansioni
che non siano rispettose, oltreché del dato formale/oggettivo, anche del dato sostanziale/soggettivo.
Sarebbe infatti molto incoerente sostenere da un lato le ragioni dell’efficienza, ottimizzazione, trasparenza e produttività e poi modificare le mansioni del lavoratore dipendente pubblico senza valorizzarne il bagaglio professionale, l’esperienza maturata e la professionalità concretamente acquisita.
A tali considerazioni va anche ad aggiungersi che, sempre negli ultimi anni, sono intervenute significative disposizioni in tema di benessere
organizzativo nell’ambito della pubblica amministrazione.
Si fa in primo luogo riferimento alla direttiva 24 marzo 2004,, emanata dal Dipartimento della Funzione Pubblica che punta alla realizzazione
ed al mantenimento del “benessere fisico e psicologico delle persone, attraverso la costruzione di ambienti e relazioni di lavoro che contribuiscano al miglioramento della qualità della vita dei lavoratori e delle prestazioni”. In tale direttiva si afferma che per lo sviluppo e l’efficienza delle amministrazioni, le condizioni emotive dell’ambiente in cui si lavora, la sussistenza di un clima organizzativo che stimoli la
creatività e l’apprendimento, l’ergonomia - oltre che la sicurezza - degli ambienti di lavoro, costituiscano elementi di fondamentale importanza ai fini dello sviluppo e dell’efficienza delle amministrazioni pubbliche. Ed ancora si dice che “per migliorare le prestazioni e gli effetti delle politiche
pubbliche, è importante offrire agli operatori la possibilità di lavorare in contesti organizzativi che favoriscono gli scambi, la trasparenza e la visibilità dei risultati del lavoro, in ambienti dove esiste un’adeguata attenzione agli spazi architettonici, ai rapporti tra le persone e allo sviluppo professionale”.
Analogamente, l’articolo 21 della Legge n. 183/2010 (c.d. Collegato lavoro) stabilisce l’istituzione dei Comitati Unici di Garanzia atti a garantire pari opportunità, il benessere di chi lavora e l’assenza di discriminazioni nelle amministrazioni pubbliche.
Alla luce delle considerazioni e le innovazioni normative brevemente richiamate, non si vede come la trasparenza, l’efficienza, la produttività del lavoro pubblico da una parte e il benessere organizzativo dall’altra, affinché non restino solo proclamati sulla carta, possano prescindere dalla
valorizzazione dell’esperienza maturata dal dipendente pubblico sul piano sostanziale/soggettivo.

Pianeta Lavoro tributi n°24 19-12-2011 -
A.Rosiello avvocato giuslavorista di Milano

Competenze Ausiliario Specializzato

AUSILIARIO SPECIALIZZATO ADDETTO AI SERVIZI SOCIO-SANITARI

Questa figura, istituita con il D.PR. 384/1990 ha sostituito a assorbito le precedenti figure di ausiliario socio-sanitario a ausiliario socio-sanitario specializzato.
E' prevista inoltre la figura di ausiliario specializzato addetto ai servizi economali, di cui non viene riportato il mansionario. Nell'ambito delle norme generali e dei regolamenti che definiscono l'organizzazione del lavoro del settore, laboratorio, centro, unità terapeutica a ambulatoriale di appartenenza, l'ausiliario addetto ai servizi socio sanitari opera sotto la diretta responsabilità dell'operatore professionale di 1a categoria coordinatore (Capo Sala) o, in assenza di quest'ultimo, dell'infermiere responsabile del turno di lavoro ed effettua i seguenti compiti:
- svolge tutte le operazioni inerenti la pulizia degli ambienti e le operazioni elementari e di supporto necessarie al funzionamento del reparto quali lo spostamento dei ricoverati, il trasporto di medicine, referti, materiali; vitto, attrezzature, vestiario e biancheria;
- provvede ad areare, spazzare, lavare a spolverare le camere e le corsie di degenza, le sale operatorie, di trattamento terapeutico di qualsiasi tipo e livello, i servizi di degenza, le docce ed i bagni, tutti gli ambienti di servizio, di accesso, le pertinenze e le scale, comunque facenti parte dell'unità operativa alla quale à addetto;
- provvede al trasporto dei degenti con i mezzi appropriati allo stato di salute ed alle condizioni di deambulazione oltre che all'assistenza di handicap ovvero di particolari condizioni di debolezza, secondo le istruzioni ricevute;
- provvede alla raccolta, allontanamento e smaltimento del materiale sporco e dei rifiuti solidi e liquidi compresi quelli speciali;
- provvede all'accompagnamento dei degenti sia per motivi esclusivamente terapeutici quali medicazioni, analisi fuori reparto e simili che per motivi di assistenza in rapporti alle loro particolari condizioni di bisogno ovvero per sistemarli nei locali di riunione;
- esegue ogni altro compito richiesto dalle professionalità superiori che rientri nella sua competenza.

Declatoria Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro comparto Sanità 1999
L'Ausiliario specializzato svolge le attività semplici di tipo manuale che richiedono una normale capacità nella qualificazione professionale posseduta, quali, ad esempio, l'utilizzazione di macchinari e attrezzature specifici, la pulizia a il riordino degli ambienti interni ed esterni e tutte le operazioni inerenti il trasporto di materiali in uso, nell'ambito dei settori o servizi di assegnazione, le operazioni elementari e di supporto richieste, necessarie al funzionamento dell'unità operativa.
L'ausiliario specializzato operante nei servizi tecnico-economali puà essere adibito alla conduzione di autoveicoli strumentali alla propria attività e alla loro piccola manutenzione;
L'ausiliario specializzato operante nei servizi socio-assistenziali provvede all'accompagnamento o allo spostamento dei degenti, in relazione alle tipologie assistenziali e secondo i protocolli organizzativi delle unità operative interessate.

Competenze Operatore Socio Sanitario

L'Operatore Socio Sanitario è l'operatore che, a seguito dell'attestato di qualifica conseguito al termine di specifica formazione professionale, svolge attività indirizzata a:

. soddisfare i bisogni primari della persona, nell'ambito delle proprie aree di competenza, in contesto sia sociale che sanitario;

. favorire il benessere e l'autonomia dell'utente.

Egli svolge la sua attività in collaborazione con gli altri operatori professionali preposti all'assistenza sanitaria e a quella sociale, secondo il criterio del lavoro multiprofessionale.

In ambito sanitario, le figure professionali con le quali l'operatore socio – sanitario più frequentemente si rapporta – e rappresentano quindi gli operatori sanitari di riferimento – sono, prevalentemente, l'infermiere e l'ostetrica. In ambito sociale, invece, tale figura è l'assistente sociale.

Le attività dell'operatore socio sanitario sono rivolte alla persona ed al suo ambiente di vita e sono riconducibili alle seguenti funzioni:

. assistenza diretta ed aiuto domestico alberghiero

. intervento igienico - sanitario e di carattere sociale

. supporto gestionale, organizzativo e formativo.

Elenco delle pricipali attività previste per l'operatore socio sanitario

a) Assistenza diretta ad aiuto domestico alberghiero

•assiste la persona, in particolare non autosufficiente o allettata, nelle attività quotidiane e di igiene personale;

•realizza attività semplici di supporto diagnostico e terapeutico;

•collabora alle attività finalizzate al mantenimento delle capacità psico-fisiche residue, alla rieducazione, riattivazione e recupero funzionale;

•realizza attività di animazione e socializzazione di singoli e gruppi;

•coadiuva il personale sanitario e sociale nell'assistenza al malato anche terminale e morente;

•aiuta la gestione dell'utente nel suo ambito di vita;

•cura al pulizia e l'igiene ambientale.

b) Intervento igienico sanitario e di carattere sociale:

•osserva e collabora alla rilevazione dei bisogni e delle condizioni di rischio – danno dell'utente;

•collabora all'attuazione degli interventi assistenziali;

•valuta, per quanto di sua competenza, gli interventi più appropriati da proporre;

•collabora all'attuazione di sistemi di verifica degli interventi;

•riconosce e utilizza linguaggi e sistemi di comunicazione – relazione appropriati in riferimento alle condizioni operative;

•mette in atto relazioni – comunicazioni di aiuto con l'utente e la famiglia per l'integrazione sociale ed il mantenimento e recupero della identità personale.

c) Supporto gestionale, organizzativo e formativo

1.
◦utilizza strumenti informativi di uso comune per la registrazione di quanto rilevato durante il servizio;

◦collabra alla verifica della qualità del servizio;

◦concorre, rispetto agli operatori dello stesso profilo, alla realizzazione dei tirocini e della loro valutazione;

◦collabora alla definizione dei propri bisogni di formazione e frequenta corsi di aggiornamento;

◦collabora, anche nei servizi assistenziali non di ricovero, alla realizzazione di attività semplici.

Le competenze dell'Operatore Socio Sanitario

Le competenze tecniche

In base alle proprie competenze, ed in collaborazione con altre figure professionali, l'OSS sa attuare i piani di lavoro.

E' in grado di utilizzare metodologie di lavoro comuni (schede, protocolli ecc;)

E' in grado di collaborare con l'utente e la sua famiglia:

•nel governo della casa e dell'ambiente di vita, nell'igiene e cambio della biancheria;

•nella preparazione e/o aiuto all'assunzione dei pasti;

•quando è necessario, e a domicilio, per l'effetuazione degli acquisti;

•nella sanificazione e sanitizzazione ambientale.

•E' in grado di curare la pulizia e la manutenzione degli arredi e delle attrezzature, nonchè la conservazione degli stessi e il riordino del materiale dopo l'assunzione dei pasti.

•Sa curare il lavaggio, l'asciugatura e la preparazione del materiale da sterilizzare.

•Sa garantire la raccolta e lo stoccaggio corretto dei rifiuti, il trasporto del materiale biologico sanitario e dei campioni per gli esami diagnostici, secondo i protocolli stabiliti.

•Sa svolgere attività finalizzate all'igiene personale, al cambio della biancheria, all'espletamento delle funzioni fisiologiche, all'aiuto nella deambulazione, all'uso corretto di presidi, ausili ed attrezzature, all'apprendimento e mantenimento di posture corrette.

In sostituzione ed in appoggio ai famigliari e su indicazione del personale preposto è in grado di :

•aiutare per la corretta assunzione dei farmaci prescritti e per il corretto utilizzo di apparecchiature medicali di semplice uso;

•aiutare nella preparazione alle prestazioni sanitarie;

•osservare, riconoscere e riferire alcuni dei più comuni sintomi di allarme che l'utente può presentare (pallore, sudorazione, ecc);

•attuare interventi di primo soccorso;

•effettuare piccole medicazioni o cambio delle stesse;

•controllare ad assistere la somministrazione delle diete;

•aiutare nelle attività di animazione e che favoriscono la socalizzazione, il recupero e il mantenimento di capacità cognitive e manuali;

•collaborare ed educare al movimento e favorire movimenti di mobilizzazione semplici su singoli e gruppi;

•provvedere al trasporto di utenti, anche allettati, in barella o carrozzella;

•collaborare alla composizione della salma e provvedere al suo trasferimento;

•utilizzare specifici protocolli per mantenere la sicurezza dell'utente, riducendo al massimo il rischio;

•svolgere attività di informazione sui servizi del territorio e curare il disbrigo di pratiche burocratiche;

•accompagnare l'utente per l'accesso di servizi.

Le competenze relative alle conoscenze richieste

•L'OSS conosce le principali tipologie di utenti e le problematiche connesse.

•Conosce le diverse fasi di elaberazione dei progetti di intervento personalizzati.

•Riconosce, per i vari ambiti, le dinamiche relazionali approppriate per rapportarsi all'utente sofferente, disorientato, agitato o handicappato mentale ecc.

•E' in grado di riconoscere le situazioni ambientali e le condizioni dell'utente per le quali è necessario mettere in atto le differenti competenze tecniche.

•Conosce le modalità di rilevazione, segnalazione e comunicazione dei problemi generali e specifici relativi all'utente.

•Conosce le condizioni di rischio e el più comuni sindromi da prolungato allettamento ed immobilizzazione.

•Conosce i principali interventi semplici di educazione alla salute, rivolti agli utenti e ai loro famigliari.

•Conosce l'organizzazione dei servizi sociali e sanitari e quella delle reti informali.

Le competenze relazionali.

•Sa lavorare in equipe.

•Si avvicina e si rapporta con l'utente e con la famiglia, comunicando in modo partecipativo in tutte le attività quotidiane di assistenza, sa rispondere esurientemente, coinvolgendo e stimolando al dialogo.

•E' in grado di interagire, in collaborazione con il personale sanitario, con il malato morente.

•Sa coinvolgere le reti informali, sa rapportarsi con le strutture sociali, ricreative, culturali dei territori.

•Sa sollecitare e organizzare momenti di socializzazione, fornendo sostegno alla partecipazione a iniziative culturali e ricreative sia sul territorio che in ambito residenziale.

•E' in grado di partecipare all'accoglimento dell'utente per assicurare una puntuale informazione sul servizio e sulle risorse.

•E' in grado di gestire la propria attività con la dovuta riservatezza ed eticità.

•Affiancandosi ai tirocinanti, sa trasmettere i propri contenuti operativi.

Competenze infermiere

Profilo professionale dell'Infermiere D.M. 14 settembre 1994, n. 739

Art. 1

1 - E' individuata la figura professionale dell'infermiere con il seguente profilo:
l'infermiere è l'operatore sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante e dell'iscrizione all'albo professionale è responsabile dell'assistenza generale infermieristica.

2 - L'assistenza infermieristica preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa è di natura tecnica, relazionale, educativa.
Le principali funzioni sono la prevenzione delle malattie, l'assistenza dei malati e dei disabili di tutte le età e l'educazione sanitaria.

3 - L'infermiere:
a) partecipa all'identificazione dei bisogni di salute della persona e della collettività;
b) identifica i bisogni di assistenza infermieristica della persona e della collettività e formula i relativi obiettivi;
c) pianifica, gestisce e valuta l'intervento assistenziale infermieristico;
d) garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico - terapeutiche;
e) agisce sia individualmente sia in collaborazione con gli altri operatori sanitari e sociali;
f) per l'espletamento delle funzioni si avvale, ove necessario, dell'opera del personale di supporto;
g) svolge la sua attività professionale in strutture sanitarie pubbliche o private, nel territorio e nell'assistenza domiciliare, in regime di dipendenza o libero - professionale.

4 - L'infermiere contribuisce alla formazione del personale di supporto e concorre direttamente all'aggiornamento relativo al proprio profilo professionale e alla ricerca.

5 - La formazione infermieristica post - base per la pratica specialistica è intesa a fornire agli infermieri di assistenza generale delle conoscenze cliniche avanzate e delle capacità che permettano loro di fornire specifiche prestazioni infermieristiche nelle seguenti aree:
a) sanità pubblica: infermiere di sanità pubblica;
b) pediatria: infermiere pediatrico;
c) salute mentale - psichiatria: infermiere psichiatrico;
d) geriatria: infermiere geriatrico;
e) area critica: infermiere di area critica.

6) In relazione a motivate esigenze emergenti dal Servizio sanitario nazionale, potranno essere individuate, con decreto del Ministero della sanità, ulteriori aree richiedenti una formazione complementare specifica.

7) Il percorso formativo viene definito con decreto del Ministero della sanità e si conclude con il rilascio di un attestato di formazione specialistica che costituisce titolo preferenziale per l'esercizio delle funzioni specifiche nelle diverse aree, dopo il superamento di apposite prove valutative.
La natura preferenziale del titolo è strettamente legata alla sussistenza di obiettive necessità del servizio e recede in presenza di mutate condizioni di fatto.


Art. 2


1 - Il diploma universitario di infermiere, conseguito ai sensi dell' art. 6, comma 3, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni, abilita all'esercizio della professione, previa iscrizione al relativo albo professionale.


Art. 3

1 - Con decreto del Ministro della sanità di concerto con il Ministro dell'Università e della ricerca scientifica e tecnologica sono individuati i diplomi e gli attestati, conseguiti in base al precedente ordinamento, che sono equipollenti al diploma universitario di cui all'art. 2 ai fini dell'esercizio della relativa attività professionale e dell'accesso ai pubblici uffici.
Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella Raccolta Ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana.
E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

IL FUTURO

Profilo professionale dell'Infermiere

Art. 1
(Oggetto)
1. Il presente Accordo definisce lo sviluppo delle competenze e delle responsabilità professionali dell'infermiere, al fine di favorirne l'approfondimento nonché l'attribuzione di ulteriori funzioni avanzate, in connessione con gli obiettivi di prevenzione, cura, assistenza e riabilitazione, previsti dalla programmazione sanitaria nazionale e regionale, anche a seguito di ulteriore formazione complementare e specialistica.

Art. 2
(Aree di intervento)
1. Sono individuate cinque grandi aree di intervento:
Area cure primarie (cronicità, sanità pubblica, comunità e fragilità);
Area critica e dell' emergenza urgenza;
Area chirurgica;
Area pediatrica;
Area salute mentale e dipendenze;
2. L'allegato tecnico, parte integrante e sostanziale del presente accordo, individua le competenze descritte all'interno di ciascuna area.

Art. 3
(Formazione)
1. Nell'ambito di quanto stabilito all'art.1 é prevista una formazione complementare modulare, post laurea, sulla base di programmi definiti tra Ministero della Salute, Regioni e Province Autonome, da svolgersi nell'ambito del Servizio Sanitario Regionale.
Con successivo provvedimento del Ministero dell'Università e della Ricerca scientifica d'intesa di concerto con il Ministero della Salute, d'intesa con le Regioni e Province Autonome, saranno rivisitati i piani di studio della Laurea in infermieristica, della Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche e dei Master universitari di I e II livello.

Art. 4
(lnvarianza)
Dal presente accordo non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

INFERMIERE AREA CURE PRIMARIE
1 COMPETENZE TECNICO PROFESSIONALI
1.1 ASSISTENZA NELLE CURE PRIMARIE
1.1.1 Gestire i bisogni socio-sanitari e sanitari delle persone nelle cure primarie con un approcciointegrato
1.1.1.1 Utilizzare strumenti standardizzati per l'identificazione precoce di possibili stati patologici (medicina di opportunità e di iniziativa)
1.1.1.2 Definire criteri per la classificazione del livello di complessità assistenziale basati sullo stato funzionale cognitivo e di stabilità clinica
1.1.1.3 Elaborare con l'equipe multiprofessionale il percorso clinicoassistenziale della persona assistita avvalendosi del sistema informativo al fine di garantirne la tracciabilità
1.1.1.4 Monitorare le condizioni di stabilità della persona assistita cronica in funzione della patologia
1.1.1.5 Proporre un intervento socio-assistenziale sulla base delle interpretazioni relative ai dati clinico-assistenziali
1.1.1.6 Trattare in autonomia problemi specifici sulla base di percorsi clinico assistenziali o protocolli condivisi nell'equipe multi professionale
1.1.1.7 Gestire con l'equipe multiprofessionale il trattamento farmacologico e le cure palliative secondo protocolli prestabiliti
1.1.1.8 Collaborare all'attività di sorveglianza e farmaco-vigilanza nelle condizioni croniche identificando gli eventuali segnali di destabilizzazione specifici per ogni patologia
1.1.1.9 Garantire supporto-educazione terapeutica alla persona assistita e al familiare
1.1.1.10 Prescrivere sulla base di linee guida regionali presidi e ausili a supporto della dipendenza/non autosufficienza
1.1.1.11 Intervenire nelle situazioni di riacutizzazione
1.1.1.12 Riconoscere segni e/o segnali di disagio psichico sociale e cognitivo
1.1.1.13 Attivare la rete dei servizi a supporto in collaborazione con gli altri profili
1.1.1.14 Utilizzare l'ecografia e altri strumenti di diagnostica semplice a sostegno dell'attività assistenziale
1.1.1.15 Riconoscere le principali manifestazioni che richiedono tempestività di intervento
1.1.1.16 Garantire la presa in carico della persona assistita cronica e/o in condizione di fragilità
1.1.1.17 Realizzare un'assistenza infermieristica centrata sui problemi di salute e le necessità della persona assistita e/o della famiglia in relazione all'età, al grado di autonomia, alla necessità di mantenere e sviluppare legami affettivi e sociali
1.1.1.18 Svolgere una funzione di filtro rispetto alle richieste della persona assistita orientandola verso i servizi e gli operatori adeguati al bisogno di salute espresso
1.1.2 Gestire il processo infermieristico nell'ambito della continuità assistenziale, comunità e domiciliarità
1.1.2.1 Applicare i processi assistenziali nei contesti di comunità
1.1.2.2 Gestire il bilancio di salute in età pediatrica sulla base di protocolli condivisi
1.1.2.3 Gestire in collaborazione con altri professionisti programmi di screening per le popolazioni a rischio
1.1.2.4 Organizzare campagne vaccinali
1.1.2.5 Organizzare programmi di sorveglianza, prevenzione e di controllo delle infezioni in ogni presidio ospedaliero e/o comunità, orientati sia agli utenti che agli operatori
1.1.2.6 Gestire la terapia su protocolli concordati
1.2 EDUCAZIONE
1.2.1 Promuovere il processo educativo
1.2.1.1 Realizzare, in collaborazione con gli insegnanti delle scuole, specifici programmi di educazione alla salute rivolti agli studenti per il controllo dei fattori di rischio in rapporto alle fasce d'età
1.2.1.2 Educare la persona assistita e la sua famiglia a corrette abitudini di vita, tenendo conto della loro rappresentazione delle malattie e delle differenze comportamentali legate alla cultura di  appartenenza
1.2.1.3 Realizzare interventi educativi rivolti al personale rispetto a problematiche inerenti la promozione, la prevenzione e l'educazione sanitaria
1.2.1.4 Gestire le risorse umane e materiali dei servizi per realizzare un'assistenza efficace, efficiente e coerente

INFERMIERE AREA CRITICA E EMERGENZA URGENZA
1 COMPETENZE TECNICO PROFESSIONALI
1.1 PROCESSI ASSISTENZIALI IN EMERGENZA URGENZA
1.1.1 Gestire l'intervento di emergenza
1.1.1.1 Individuare i processi organizzativi del contesto
1.1.1.2 Gestire la documentazione del processo di assistenza
1.1.1.3 Individuare i livelli di responsabilità professionale in relazione all'organizzazione di appartenenza e alla pianificazione delle attività
1.1.1.4 Garantire la continuità assistenziale con l'ospedale attraverso una comunicazione efficace
1.1.1.5 Riconoscere le principali alterazioni metaboliche, respiratorie e cardiache nel paziente acuto
1.1.1.6 Riconoscere le principali alterazioni ematochimiche nella diagnostica di laboratorio in emergenza
1.1.1.7 Gestire, con funzioni di Team Leader, l'assistenza nelle situazioni di emergenza-urgenza territoriale
1.1.1.8 Gestire efficacemente ed in sicurezza i casi non critici
1.1.1.9 Applicare linee guida, procedure e protocolli nel setting dell'emergenza
1.1.1.10 Utilizzare score di gravità clinica e indicatori di outcome
1.1.1.11 Sviluppare percorsi multi professionale clinico assistenziali in equipe
1.1.1.12 Garantire livelli di sicurezza adeguati ai livelli di criticità clinico-assistenziale delle persone assistite nel trasporto intra e interospedaliero dei pazienti
1.1.1.13 Gestire la terapia su protocolli concordati
1.1.1.14 Eseguire la sutura di ferite sulla base di protocolli condivisi
1.1.2 Garantire l'intervento nel contesto Extraospedaliero
1.1.2.1 Valutare la richiesta di soccorso
1.1.2.2 Gestire le tecnologie e i sistemi informativi nelle centrali operative
1.1.2.3 Garantire la selezione della strategia di intervento più efficace
1.1.2.4 Identificare i problemi prioritari sottesi alla richiesta urgente
1.1.2.5 Assicurare il corretto utilizzo della tecnologia per la gestione della chiamata
1.1.2.6 Assicurare la corretta trasmissione dell'allarme agli equipaggi sul territorio
1.1.2.7 Assicurare appropriate informazioni e istruzioni al chiamante
1.1.3 Garantire la presa in carico del paziente attraverso il Triage Ospedaliero
1.1.3.1 Applicare gli algoritmi decisionali di triage
1.1.3.2 Utilizzare modalità comunicative efficaci specifiche per il contesto di attività
1.1.3.3 Valutare la persona assistita con assegnazione di codice colore di priorità e individuazione di percorsi assistenziali
1.1.3.4 Rivalutare le persone assistite con frequenza temporale adeguata ai livelli di priorità e alle condizioni cliniche, gestendo l'attesa dei familiari
1.1.3.5 Garantire la corretta gestione dei casi difficili in attesa con particolare riguardo a quelli in allontanamento spontaneo
1.1.3.6 Individuare le priorità vitali immediate anche di fronte alla contemporaneità di molteplici richieste
1.1.3.7 Applicare i concetti di priorità psico-sociale
1.1.3.8 Adattare i piani e i programmi in base alle nuove priorità
1.1.4 Garantire l'intervento assistenziale nel contesto del DEA
1.1.4.1 Trattare la casistica minore secondo protocolli condivisi
1.1.4.2 Gestire il rischio infettivo nella persona assistita in trattamento
1.1.4.3 Utilizzare l'ecografia e altri strumenti di diagnostica semplice a sostegno dell'attività assistenziale
1.1.4.4 Assicurare l'attuazione di protocolli terapeutici condivisi nell'ambito del dolore acuto e del dolore cronico
1.1.4.5 Controllare l'adeguatezza del funzionamento e il corretto utilizzo delle apparecchiature
1.1.4.6 Garantire l'assistenza alla persona assistita con disturbi comportamentali
1.1.4.7 Gestire le tecnologie per il supporto delle funzioni vitali, nelle interazioni complesse persona assistita-macchina e nella risoluzione di problemi tecnici complessi
1.1.4.8 Gestire le tecnologie per la valutazione e il monitoraggio delle funzioni vitali, nei rilievi strumentali complessi e nella risoluzione di problemi tecnici complessi
1.1.5 Garantire l'assistenza in età pediatrica in Emergenza- Urgenza
1.1.5.1 Applicare gli algoritmi di triage
1.1.5.2 Attuare le manovre di BLSD pediatrico
1.1.5.3 Trattare la casistica minore in età pediatrica secondo protocolli condivisi
1.1.5.4 Garantire la sicurezza del bambino nel trasporto primario e secondario
1.1.6 Garantire l'intervento nelle Maxiemergenze
1.1.6.1 Affrontare le situazioni di emergenza e urgenza che pongono più persone in condizioni critiche
1.1.6.2 Applicare i principi di Triage nelle maxiemergenze
1.1.6.3 Assicurare il corretto funzionamento del posto medico avanzato
1.1.6.4 Gestire gli eventi NBCR
1.1.6.5 Descrivere il piano di maxiemergenza del proprio territorio
1.1.6.6 Descrivere le misure da adottare per la decontaminazione, la derattizzazione e la disinfestazione
1.1.6.7 Informare la popolazione sui piani di intervento

1.2 TERAPIA INTENSIVA
1.2.1 Gestire i percorsi assistenziali in terapia intensiva
1.2.1.1 Pianificare le attività infermieristiche complessive della terapia intensiva in integrazione con altri professionisti
1.2.1.2 Gestire i sistemi informativi sui percorsi assistenziali
1.2.1.3 Gestire le tecnologie per la valutazione e il monitoraggio delle funzioni vitali
1.2.1.4 Gestire problemi complessi clinici, relazionali ed organizzativi nel processo di donazione degli organi in ottica multi professionale
1.2.1.5 Mantenere livelli sicurezza adeguati alla criticità clinico-assistenziale delle persone assistite nel trasporto intra e interospedaliero
1.2.2 Gestire il trattamento sulla base di valori di monitoraggio e la terapia intensiva in un'ottica multi professionale
1.2.2.1 Gestire lo svezzamento da ventilazione meccanica, in ottica multi disciplinare
1.2.2.2 Collaborare nella gestione dell'emergenza-urgenza in equipe multi professionale nei contesti di terapia intensiva ed intraospedalieri
1.2.2.3 Gestire problemi complessi derivanti dalle tecnologie per la somministrazione delle terapie
1.2.2.4 Collaborare all'attività di sorveglianza e farmaco-vigilanza nelle condizioni croniche identificando gli eventuali segnali di destabilizzazione specifici per ogni patologia
1.2.2.5 Favorire l'applicazione delle raccomandazioni di buone pratiche nella gestione complessiva della persona assistita
1.2.2.6 Gestire i problemi complessi correlati alle lesioni cutanee e wound care in terapia intensiva
1.2.2.7 Collaborare alla gestione del processo di prevenzione, programmazione diagnostica e di intervento per il rischio infettivo nella persona assistita in alta intensità di cura
1.2.3 Gestire l'educazione e la relazione
1.2.3.1 Partecipare alla pianificazione di interventi relazionali multi disciplinari
1.2.3.2 Educare i care givers
1.2.3.3 Gestire la pianificazione di servizi in ottica multidisciplinare con individuazione di criteri ammissione e dimissione ai diversi livelli di intensità di cura
1.2.3.4 Gestire in ottica multidisciplinare i servizi di follow up post intensivo delle persone assistite, anche nel long term dopo la dimissione al domicilio

INFERMIERE AREA CHIRURGICA
1 COMPETENZE TECNICO PROFESSIONALI
1.1 ASSISTENZA IN AREA CHIRURGICA
1.1.1 Gestire percorsi perioperatori - preospedalizzazione
1.1.1.1 Garantire l'attivazione del percorso pre-chirurgico del paziente
1.1.1.2 Effettuare sulla base dei protocolli clinico-assistenziali e scale di valutazione condivise, osservazioni, interviste e accertamenti finalizzati alla valutazione del rischio pre-operatorio
1.1.1.3 Coordinare il percorso di preparazione diagnostico e specialistico all'intervento chirurgico
1.1.1.4 Collaborare con l'equipe multiprofessionale alla valutazione del rischio peri-operatorio
1.1.1.5 Supportare la persona assistita e il familiare alla consapevolezza del rischio chirurgico e anestesiologico favorendo la partecipazione al piano assistenziale
1.1.2 Gestire l'assistenza in degenza
1.1.2.1 Attivare i percorsi della persona assistita sottoposta a procedura chirurgica complessa che richiede un livello di monitoraggio avanzato, per il quale non ci sono indicazioni al ricovero presso la
Terapia Intensiva
1.1.2.2 Collaborare con l'equipe multiprofessionale alla definizione del livello di monitoraggio della persona assistita sottoposta a procedura chirurgica complessa nella fase pre e post operatoria
1.1.2.3 Pianificare l'assistenza alla persona assistita con alta/complessa dipendenza in base a protocolli condivisi
1.1.2.4 Collaborare con l'equipe multiprofessionale per l'accettazione della persona assistita
1.1.2.5 Pianificare gli interventi per la riduzione delle complicanze della fase post-operatoria
1.1.2.6 Supportare la persona assistita e la famiglia per garantire la loro partecipazione consapevole al piano assistenziale
1.1.3 Gestire l'assistenza negli ambulatori di follow up
1.1.3.1 Garantire la continuità al percorso post-chirugico della persona assistita
1.1.3.2 Garantire l'appropriatezza e uniformità di trattamento per lesioni cutanee post-chirurgiche e traumatiche
1.1.3.3 Eseguire l'accertamento della persona assistita
1.1.3.4 Valutare gli esiti delle lesioni post-chirurgiche e post-traumatiche
1.1.3.5 Eseguire la sutura di ferite sulla base di protocolli condivisi
1.1.3.6 Collaborare con l'equipe multiprofessionale nel monitoraggio del processo di guarigione della lesione cutanea di natura traumatica e post-chirurgica
1.1.3.7 Individuare precocemente l'insorgenza di complicanze
1.1.3.8 Attivare la consulenza di specialisti
1.1.3.9 Effettuare medicazoni sulla base di protocolli clinico-assistenziali condivisi
1.1.4 Gestire l'assistenza in sala operatoria
1.1.4.1 Organizzare la sala operatoria, risorse tecnologiche e strumentali, in base all'intervento e ai tempi chirurgici
1.1.4.2 Realizzare schemi organizztivi innovativi per la gestione delle attività in sala operatoria
1.1.4.3 Gestire referti, dati, immagini e video durante e dopo l'intervento
1.1.4.4 Collaborare con l'equipe multi professionale alla gestione della modulistica, refertazione, raccolta e analisi dei dati
1.1.4.5 Gestire il posizionamento e la mobilizzazione della persona assistita sul tavolo operatorio
1.1.4.6 Gestire la terapia su protocolli concordati
1.1.4.7 Collaborare nella gestione di strumenti e farmaci nell'anestesia (sedazione, analgesia e mio risoluzione)
1.1.4.8 Organizzare l'emorecupero intra e postoperatorio
1.1.4.9 Gestire le fasi di contesto di pertinenza relative all'espianto d'organi
1.1.4.10 Gestire la fase di risveglio con rischio anestesiologico

INFERMIERE AREA PEDIATRICA
1 COMPETENZE TECNICO PROFESSIONALI
1.1 AREA PEDIATRICA
1.1.1 Gestire percorsi di assistenza per bambini affetti da patologia oncologica
1.1.1.1 Garantire la presa in carico della famiglia e del bambino con diagnosi o sospetta diagnosi di malattia oncologica
1.1.1.2 Assumere il ruolo di infermiere di riferimento per la famiglia e il bambino nel percorso diagnostico e terapeutico
1.1.1.3 Collaborare con il team assistenziale per fornire supporto al bambino ed ai familiari nella scelta dei protocolli terapeutici
1.1.1.4 Supervisionare in collaborazione con la famiglia la corretta applicazione dei protocolli diagnostico - terapeutici
1.1.1.5 Pianificare in collaborazione con la famiglia l'implementazione e il monitoraggio di interventi per la rilevazione precoce dei sintomi
1.1.1.6 Valutare con il bambino e la famiglia l'impatto della malattia e della terapia sulle attività di vita quotidiana
1.1.1.7 Intervenire per ridurre gli effetti negativi della terapia oncologica avvalendosi quando necessario dell'aiuto di consulenti e dell' attività delle associazioni
1.1.1.8 Valutare il dolore utilizzando idonee scale di valutazione
1.1.1.9 Guidare la famiglia e il bambino in collaborazione con il team nella scelta dei metodi per il controllo del dolore sia in ambito farmacologico che non
1.1.1.10 Pianificare la dimissione del bambino
1.1.1.11 Garantire l'attivazione dei percorsI per una domiciliazione protetta
1.1.1.12 Gestire la terapia sulla base di protocolli concordati
1.1.2 Gestire percorsi di assistenza per il neonato ad alta intensità di cura
1.1.2.1 Pianificare il percorso assistenziale del neonato/bambino sottoposto ad assistenza pre-post chirurgica e/o con assistenza ventilatoria
1.1.2.2 Partecipare agli incontri con la famiglia e gli altri membri dell'equipe nella fase pre-parto del neonato a rischio
1.1.2.3 Valutare i bisogni assistenziali del neonato e la rete familiare, per rilevare la necessità di supporto emotivo, psicologico e sociale
1.1.2.4 Collaborare con altri membri dell'equipe alla definizione del piano clinico assistenziale del neonato con patologia chirurgica e con assistenza ventilatoria avanzata
1.1.2.5 Pianificare la gestione dei sistemi di monitoraggio e gli interventi legati all'assistenza ventilatoria avanzata sulla base di protocolli condivisi
1.1.2.6 Supervisionare la gestione dei sistemi di monitoraggio
1.1.2.7 Collaborare con l'equipe assistenziale alla pianificazione del percorso post-operatorio del neonato critico
1.1.2.8 Valutare il livello di stress e di adattamento del neonato e dei familiari con metodologie validate (NIDCAP)
1.1.2.9 Garantire la continuità assistenziale attraverso la predisposizione di percorsi di trasferimento o dimissione protetti
1.1.3 Gestire percorsi di assistenza del bambino con malattia cronica
1.1.3.1 Assicurare la guida, il supporto e l'educazione/counseling al bambino affetto da malattia cronica e ai familiari
1.1.3.2 Garantire la presa in carico della famiglia e del bambino al primo accesso in DH - in continuità con le cure territoriali
1.1.3.3 Assumere il ruolo d'infermiere di riferimento per la famiglia e il bambino nel percorso diagnostico e terapeutico in integrazione con l'equipe multiprofessionale
1.1.3.4 Supportare il bambino e la famiglia a gestire l'impatto della malattia sullo stile di vita tenendo conto dell'appartenenza multiculturale dell'utenza
1.1.3.5 Supervisionare la corretta applicazione dei protocolli diagnostici e terapeutici condivisi

INFERMIERE AREA SALUTE MENTALE E DIPENDENZE
1 COMPETENZE TECNICO PROFESSIONALI
1.1 SALUTE MENTALE
1.1.1 Effettuare la diagnosi infermieristica
1.1.1.1 Instaurare una relazione di aiuto con la persona assistita/famiglia per supportare la presa di coscienza dello stato di salute
1.1.1.2 Valutare la consapevolezza e la necessità di sostegno nell'impatto con la malattia e il trattamento
1.1.1.3 Utilizzare strumenti di valutazione
1.1.1.4 Condurre colloqui/interviste con la persona assistita e i familiari
1.1.1.5 Valutare la priorità per l'intervento medico in presenza di protocolli codificati
1.1.1.6 Gestire, tramite protocolli condivisi anche farmacologici, segni/sintomi che espongono la persona assistita a pericoli immediati
1.1.1.7 Definire il progetto individualizzato di cura sia terapeutico che socio-riabilitativo nell'ambito dell'equipe multi professionale
1.1.1.8 Valutare capacità ed abilità attuali e potenziali della persona assistita
1.1.1.9 Far emergere nella persona assistita elementi utili alla crescita personale (relazione terapeutica) facilitando la verbalizzazione di sensazioni relative alla patologia
1.1.1.10 Scegliere l'approccio adeguato alla persona assistita in base alle caratteristiche cliniche e personologiche
1.1.1.11 Attuare interventi di educazione sanitaria e promozione della salute
1.1.1.12 Gestire la terapia su protocolli concordati
1.1.2 Gestire la terapia
1.1.2.1 Sviluppare la coesione del gruppo professionale nella gestione della persona assistita
1.1.2.2 Collaborare nell'attuazione di trattamenti psico-socio terapeutici individuali o di gruppo
1.1.2.3 Collaborare nella conduzione di progetti di riabilitazione a domicilio o in comunità e nello sviluppo di gruppi di auto-mutuo aiuto
1.1.2.4 Favorire l'alleanza terapeutica e la compliance farmacologica
1.1.2.5 Monitorare le condizioni cliniche
1.1.2.6 Coordinare i vari interventi socio-sanitari nella gestione della presa in carico della persona assistita secondo protocolli condivisi
1.1.2.7 Individuare criteri e modalità per l'attivazione di altri professionisti e di mediatori culturali
1.1.2.8 Educare il contesto sociale di riferimento della persona assistita
1.1.2.9 Utilizzare strategie volte al superamento degli ostacoli all'apprendimento di comportamenti adattivi
1.1.2.10 Decodificare l'intervento rispetto alla richiesta sociale o istituzionale
1.1.2.11 Valutare le fasi del reinserimento lavorativo e sociale delle persone con disagio psichico in collaborazione con altri profili
1.2 DIPENDENZE PATOLOGICHE
1.2.1 Gestire l'assistenza nell'ambito delle dipendenze patologiche
1.2.1.1 Rilevare l'anamnesi tossicologica
1.2.1.2 Valutare sintomi astinenziali
1.2.1.3 Utilizzare tecniche di couselling
1.2.1.4 Effettuare screening su psicopatologia utilizzando scale strutturate
1.2.2 Effettuare monitoraggio
1.2.2.1 Effettuare accertamenti sull'uso di sostanze
1.2.2.2 Gestire affidi di terapie sostitutive
1.2.2.3 Proporre accertamenti sullo stato di salute

1 COMPETENZE TECNICO POFESSIONALI TRASVERSALI
1.1 GESTIONE
1.1.1 Pianificare il lavoro
1.1.1.1 Individuare gli obiettivi di salute in relazione alle risorse disponibili in collaborazione con altri profili
1.1.1.2 Analizzare criticamente gli aspetti etici legati al proprio profilo
1.1.1.3 Condurre il gruppo di lavoro
1.1.1.4 Coordinare l'operato di più professionisti
1.1.1.5 Partecipare al processo di technology assessment
1.1.1.6 Gestire le apparecchiature elettromedicali e videoscopiche in termini di appropriatezza e sicurezza
1.1.1.7 Promuovere la reingegnerizzazione dei processi
1.1.2 Analizzare il contesto socio-sanitario
1.1.2.1 Individuare i principali modelli sanitari
1.1.2.2 Analizzare i processi di cambiamento istituzionale e organizzativo del SSN PSSIR PAL
1.2 FORMAZIONE
1.2.1 Sviluppare percorsi formativi nel gruppo di lavoro
1.2.1.1 Rilevare il gap formativo del proprio gruppo di lavoro
1.2.1.2 Elaborare un progetto formativo
1.2.1.3 Condurre l'incontro formativo
1.2.1.4 Facilitare l'apprendimento dei discenti tramite sistemi innovativi
1.2.1.5 Valutare l'efficacia della formazione a livello organizzativo in collaborazione con il formatore
1.2.2 Gestire l'ambito di apprendimento
1.2.2.1 Progettare percorsi di tirocinio in collaborazione con il formatore
1.2.2.2 Valutare percorsi di tirocinio in collaborazione con il formatore
1.2.2.3 Effettuare tutorato clinico a studenti del proprio profilo o di operatori di supporto
1.2.2.4 Facilitare l'inserimento del personale di nuova assegnazione
1.2.2.5 Facilitare l'applicazione delle competenze di contesto
1.3 QUALITA' E SICUREZZA
1.3.1 Analizzare i percorsi per la qualità
1.3.1.1 Identificare aree di miglioramento della qualità dell'assistenza
1.3.1.2 Promuovere progetti di miglioramento
1.3.1.3 Elaborare un progetto di miglioramento
1.3.1.4 Utilizzare i sistemi informativi/informatici per la raccolta e analisi dei dati
1.3.1.5 Definire standard e indicatori di efficacia e efficienza in termini di struttura processo ed esito
1.3.1.6 Utilizzare gli indicatori di efficacia ed efficienza dei servizi sanitari
1.3.1.7 Valutare il funzionamento dei servizi coinvolgendo la cittadinanza
1.3.1.8 Implementare le buone pratiche
1.3.2 Gestire il rischio clinico
1.3.2.1 Gestire gli strumenti di analisi reattiva
1.3.2.2 Gestire gli strumenti di analisi proattiva
1.3.2.3 Elaborare la mappa del rischio nei contesti operativi di pertinenza
1.3.2.4 Applicare strumenti e metodologie per la gestione del rischio clinico
1.3.2.5 Gestire audit multidisciplinari
1.3.2.6 Gestire il Mortality & Morbidity Review come strumento di miglioramento per il raggiungimento di standard clinico-assistenziali attesi
1.4 RICERCA APPLICATA
1.4.1 Sviluppare Progetti di Ricerca
1.4.1.1 Leggere i fenomeni e i bisogni di comunità
1.4.1.2 Identificare specifici problemi e aree di ricerca e sviluppo
1.4.1.3 Effettuare la ricerca bibliografica su specifici problemi e aree di interesse
1.4.1.4 Redigere un protocollo di ricerca in collaborazione multi professionale e multidisciplinare
1.4.1.5 Effettuare studi epidemiologici in ambienti di vita e di lavoro in collaborazione con altri professionisti
1.4.1.6 Verificare l'applicazione dei risultati delle ricerche per ottenere un miglioramento della qualità
1.4.1. 7 Divulgare i risultati delle ricerche all'equipe
1.4.1.8 Redigere un report di ricerca secondo gli attuali canoni della letteratura scientifica
1.4.1.9 Analizzare criticamente la letteratura scientifica secondaria, evidenziandone gli elementi di validità per l'applicazione dei risultati nella pratica clinica
1.4.1.10 Produrre interventi clinico-assistenziali basati sulle indicazioni contenute in linee guida clinico-assistenziali
1.5 CONSULENZA
1.5.1 Fornire il supporto tecnico in qualità di esperto
1.5.1.1 Offrire consulenza su processi ad elevata complessità nel diversi contesti clinici
1.5.1.2 Redigere un rapporto di consulenza
1.5.1.3 Utilizzare tecniche di coaching